Girovagando su Instagram non ho potuto fare a meno di soffermarmi su una pagina che ha attirato subito la mia attenzione: un volenteroso operatore ecologico si sta ergendo a paladino della giustizia perchè pulisce la città di Roma dai graffiti. Il che ha anche un fine nobile se vogliamo, parliamo di una persona che, spinta dall’amore che prova verso la sua città, cerca di tenerla pulita. Un gesto più che apprezzabile.
Il fatto è che il tizio si presenta già dalla bio con la frase “Voi scrivete? Io faccio la magia e cancello tutto“. Il che ci porta a capire subito qual’è l’intento di questo ragazzo: portare avanti una una vera e propria crociata contro i writers capitolini, il che potrebbe anche portarlo ad avere problemi (cosa che noi scongiuriamo ovviamente).
Tenere pulita la propria città è qualcosa di lodevole, ma nel momento in cui sbeffeggi i writers sfidandoli nelle caption con frasi tipo “voi la chiamate arte? per me è vandalismo” oppure “sporcare i muri non ti rende un artista, ma solo un parassita” o ancora “voi scrivete, io continuo a togliere la vostra amata arte“, ecco allora forse non stai facendo proprio la cosa più furba del mondo.
Dietro la nobile inziativa di pulire i muri scarabocchiati si cela il vero obiettivo, essere protagonista, mettersi in mostra facendolo nel modo più facile del mondo: mettere la gente contro i writers, che già di loro sono abbastanza odiati. Se ci tieni al decoro della tua città non credo ci sia bisogno di farlo proclamandoti una star su Instagram, andando a caccia di (facili) like e consensi.
Puoi farlo benissimo senza farti riprendere dalle telecamere e soprattutto senza prenderti gioco degli autori dei graffiti, mettendo a rischio la propria incolumità. Perchè, anche se sappiamo che i writers sono le persone più brave e buone del mondo, qualcuno potrebbe innervosirsi se continuamente stuzzicato e provocato.
Numerosi sono infatti i commenti sotto alle gesta del nuovo eroe di Roma, tra i tantissimi complimenti possiamo trovare writers spiritosi che lo ringraziano per avergli procurato nuovi spazi su cui agire. Altri che gli dicono che è un lavoro da “infame” cancellare i graffiti. Altri che lo invitano a pensare ai veri problemi di Roma e altri ancora che usano la sua stessa arma e lo sbeffeggiano sminuendo il suo lavoro, che in ogni caso sarà ricoperto da altri writers. C’è anche qualche commento illustre, come quello del famoso writer Cibo:
Se cancellasi scritte d’odio saresti più apprezzato, cancellare graffiti è da infami
In conclusione l’intento di questo articolo è di consigliare a questa persona, di cui non menzionerò la pagina Instagram per tutelare la sua incolumità, di continuare pure il suo lavoro (si, non lo fa per la gloria, è pagato) ma magari di farlo a telecamere spente, senza farsi tanta pubblicità e soprattutto senza prendersi gioco dei “vandali” dei quali si vanta di coprire le nefandezze. Il risultato sarà lo stesso, pulire la città, ma (forse) potrà dormire sonni più tranquilli.