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Chryverde da Alien Army allo Smashing Wednesday

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Domani è mercoledì, siamo tornati all’ora solare, alle 17.00 è già buio, ma c’è una costante di ogni mercoledì dell’anno e la costante è una sola, si chiama Smashing Wednesday. Il mercoledì è quel giorno in cui ormai ti sei ripresa dal weekend, ma al tempo stesso è ancora troppo lontano dal weekend successivo e la voglia di uscire, fare festa si fa sentire prepotentemente ed è ecco che a sanare questa voglia arriva puntuale lo Smashing Wednesday.

Il Wercoledì di Milano non solo ha una nuova casa e nuovi partner, ma anche nuovi amici al suo interno, tra i quali Chryverde, giovanissimo dj membro del collettivo Alien Army e della Media House Waamoz di Arona.

Perché hai deciso di collaborare con lo Smashing Wednesday?

“Con i ragazzi di Smashing ci siamo conosciuti un paio di estati fa’ perchè Ale Tilt ci invitò ad alcune edizioni estive al parco Forlanini grazie al mitico Tommy Tumble. Poi iniziammo ad “invitarci” a vicenda (noi avevamo una piccola serata ad Arona, sul lago Maggiore), fino a quest’estate dove collaborammo ufficialmente (come Waamoz & Smashing Wednesday) per qualche evento sempre qua ad Arona. Ora abbiamo iniziato questa nuova stagione insieme e io personalmente sono molto contento perchè poter mettere i dischi per le persone che frequentano lo Smashing è sempre fantastico. Non ci sono molte restrizioni, anzi. C’è tanta gente diversa abituata ad ascoltare cose diverse tra loro. Io sono molto “rap/club” oriented e Smashing mi da la possibilità di fregarmene completamente se il disco che sto mettendo è l’ultima hit uscita oppure è un classico di 10 o 20 anni fa, l’imperativo del team di Smashing è veramente quello di divertirsi tutti assieme. È questo il bello”.

Perché e come ti sei avvicinato al djing?

“Penso come moltissimi miei coetanei organizzando un capodanno a casa mia invitando amici e amici di amici. Eravamo tutti presi bene per la musica elettronica e quella sera ci alternavamo sulla consolle senza saper in verità fare niente ma io comunque avevo i dischi più fighi degli altri e quindi non me ne andai più. Dà lì in poi mille avventure. Oltre a questo mitico capodanno credo che devo molto anche (indirettamente) ai Crookers. Sono sicuro che senza quello che ho ascoltato da loro o dai loro dj set non mi sarei appassionato a tutto questo”.

Sei giovanissimo e fai parte di Alien Army che é la crew più titolata al mondo nel djing e nel turntablism, come vivi questa cosa?

È molto stimolante. Sono il più giovane, sì. Sono anche l’unico che non scretcha, o almeno, lo faccio poco. Ma vengo rispettato per il ruolo che ho, quello del produttore. Gli altri sono stato molto bravi a farmi capire quanto è importante rispettarsi e sopportarsi soprattutto grazie la grande esperienza che hanno. Da Alien Army sicuramente c’è da imparare e non solamente tricks o tips ma dei modi di approcciarsi ai vari aspetti di questo mondo e non solo. Mi sento sicuramente molto fortunato e non voglio sprecare questa occasione ma portare ancora più del mio all’interno di questo gruppo che è abituato a fare la storia”.

Lavori anche con Skizo, com’è lavorare con un mostro sacro come lui?

Skizo è un visionario. È proprio uno che da e per 30 anni ha capito le cose prima degli altri, a lui devo molto. Ho studiato 3 anni in accademia con lui e mi ha insegnato molto sul mondo del djiing. Sono uscito dall’accademia e mi ha insegnato altrettanto sul resto”.

So che sarai producer del nuovo singolo Inoki, che suoni ci saranno?

“Finora ho fatto molte produzioni. Un mio Ep di rap, l’album di Alien Army, svariati remix, ma questo progetto con Inoki è sicuramente diverso da molte delle cose che ho fatto finora perchè ha coinvolto musicisti, tecnici e Skizo stesso a dare un tocco d’esperienza alla cosa. Abbiamo fatto le cose come in quei video americani dove sei in studio a mangiare le patatine e bere il caffè e ci siamo divertiti un sacco. Ho provato a utilizzare dei suoni “classici” per fare qualcosa di più moderno e roba moderna per fare qualcosa di classico. Mi ha aiutato molto Andrea Guarinoni che ha avuto la pazienza di sopportarci in studio e la follia di metterci del suo all’interno della strumentale. Abbiamo avuto la fortuna di lavorare in uno studio magnifico e sono soddisfatto del risultato, non vedo l’ora di farvelo sentire”.

Ma é vero che vivi in uno studio?

“Sì”.

Valeria
Valeria
Classe '81, ascolto il rap da quando nell'89 ho abbandonato Cristina D'Avena per la prima cassetta di Jovanotti "La mia moto" e da lì non ho più smesso.

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