Non sembra vero a dirlo ma ora il ritorno della storica rivista AL magazine (Aelle nei primi numeri) è ufficiale. I più giovani non sapranno di cosa stiamo parlando ma questa pubblicazione è stata davvero un punto di riferimento per gli appassionati della cultura hip hop, all’incirca dalla metà degli anni 90 in poi.
Ovviamente si tratta di un ritorno “adattato” ai nostri tempi, ovvero non una nuova pubblicazione su carta stampata ma di un sito internet completamente rinnovato dove vengono caricati i contenuti più importanti della storica rivista. Ma per saperne qualcosa in più su questa graditissima sorpresa abbiamo fatto qualche domanda proprio al suo ideatore ovvero Claudio Brignole conosciuto da tutti come Sid.
Ciao Sid, abbiamo visto con grande emozione il nuovo sito di AL, parlaci di questo grande ritorno… Sarà solo online o il magazine verrà ristampato?
Dopo vent’anni sarebbe decisamente anacronistico tornare con Aelle così com’era decenni prima. Non c’è alcuna volontà di affiancarci alla pari ai tanti media che ci sono che parlano di rap e d’Hip Hop in Italia, ognuno ha il suo tempo e il suo background, Aelle e chi lo ha fatto hanno i loro anni sulle spalle e, anche per una questione anagrafica, non può certo pensare di parlare a tutti, dalle generazioni più giovani ai cinquantenni.
Quindi Aelle torna in un formato digitale con un sito-app che permette di rileggere alcuni articoli provenienti dal suo archivio che vengono pubblicati in un formato più semplice da leggere rispetto a quello originale che spesso soffriva di testi piccoli e/o su sfondi non uniformi. È un operazione che mira a ricostituire un archivio di quanto pubblicato nei dieci anni della rivista per ridare vita a piccole perle che si erano perdute nel tempo. È un’operazione che viene svolta un po’ alla volta anche per una questione di tempo richiedendo un impegno non indifferente di ricerca e ricostituzione del materiale originale. In alcuni casi i file sono recuperati in forma digitale ma in altri deve essere fatto tutto a mano, riscrivere il testo e scansionare le immagini.
Ci sarà però una parte nuova che sarà in video, interviste e mini-documentari con lo scopo di creare una connessione tra gli anni 90 dove l’Hip Hop italiano ha avuto il suo primo grande sviluppo e i giorni nostri.
Chi sono le persone che si stanno dedicando a questo progetto? Chi è rimasto della “vecchia” redazione e invece chi (se è così) si è aggiunto?
Questo è un mio “side-project” che faccio nei ritagli di tempo, non c’è una redazione, né c’è l’intenzione di ricostituirla. È una cosa a cui ho pensato negli ultimi anni e che solo ora sono riuscito a mettere insieme dopo averne parlato con diverse persone tra cui ex membri della redazione come Paola Zukar. Tengo però a precisare che si tratta di un mio piccolo progetto personale e che nessuno della precedente redazione è coinvolto e di mezzo non ci sono né soldi, né obiettivi ambiziosi.
Capisco che per alcuni possa essere una delusione sapere che non ri-inizieremo a pubblicare un nuovo magazine ma come dicevo all’inizio bisogna essere consapevoli che i tempi sono cambiati, ogni era ha le sue regole, persone che giocano secondo queste con i risultati conseguenti. Noi non siamo ri-entrati nel gioco, lo vediamo dalle panchine con il popcorn. Detto questo non escludo, se ci saranno le condizioni, di creare qualche tipo di progetto unico, non periodico, che possa celebrare i dieci anni di vita di Aelle in una o più forme. Sono vago perché perché non c’è nulla di definito e come dicevo dipenderà molto se ci sarà interesse intorno a questo ritorno oltre il cerchio dei fan più nostalgici che ne sono stati felici e che approfitto per ringraziare di cuore del supporto e calore che mi hanno fatto sentire.
Capisco che per alcuni possa essere una delusione sapere che non ri-inizieremo a pubblicare un nuovo magazine ma come dicevo all’inizio bisogna essere consapevoli che i tempi sono cambiati, ogni era ha le sue regole, persone che giocano secondo queste con i risultati conseguenti.
Dai tempi della pubblicazione di Alle la scena musicale hip hop è cambiata molto (soprattutto è cambiata l’attenzione dei media nei suoi confronti), come vedi la sua evoluzione?
Vent’anni fa fantasticavamo su come si sarebbe evoluto il rap in italia e l’Hip Hop e non sono tra quelli che pensa che i vecchi tempi siano migliori di quelli attuali. Sono solo estremamente diversi come facevi notare anche te. Ora è tutto molto più espanso, sia dal punto di vista dell’offerta che dei soldi che circolano, questo ha fatto abbassare, per un semplice motivo di numeri, la qualità media ma vedo spesso picchi di qualità, ogni settimana esce qualche cosa degna di ascolto. Questo solo per parlare del rap che ormai fa la parte maggiore all’interno dell’Hip Hop. Ecco, forse la cosa che mi spiace di più è vedere in gran parte spezzato questo legame del rap con il resto delle discipline dell’Hip Hop, il writing è andato molto per conto suo, il djing e il breaking sono sempre legati in qualche modo ma purtroppo hanno molta meno visibilità. Quelli della mia generazione invece erano molto legati all’Hip Hop con le sue quattro discipline, questo dava anche più possibilità di scelta in base al proprio talento, ora tutti vogliono fare i rapper senza però sapere chi sia Kool Herc. Questo credo sia il punto focale. Con il ritorno di Aelle vorrei dare un piccolissimo contribuito a ri-diffondere le radici di tutta questa roba anche per quei dieci-venti sedicenni a cui magari interessa, non mi aspetto certo che arrivino in massa! Dico sempre che senza fondamenta non si può costruire nulla. Uno dovrebbe avere le fondamenta conoscendo i grandi personaggi che hanno creato tutto, poi una volta che ha quelle fa quello che vuole e come vuole.
la cosa che mi spiace di più è vedere in gran parte spezzato questo legame del rap con il resto delle discipline dell’Hip Hop
Ai tempi di Aelle non esisteva praticamente la street art, e giustamente la rivista trattava dei “classici” graffiti e ha contribuito (in maniera fondamentale direi) alla loro diffusione. Oggi come vedi il movimento della street art? Ne parleresti se ti occupassi oggi di questo o continueresti a “spingere” solo i graffiti?
Paragonare il writing alla street art secondo me sarebbe come mischiare il rap con la musica dei cantautori alternativi folk
– Come hai detto giustamente tu oggi i ragazzini cominciano a fare rap senza conoscerne le origini, probabilmente spinti dalla moda del momento (non tutti ovviamente, sto generalizzando). Secondo te c’è un modo per recuperare queste lacune o la cosidetta “vecchia scuola” è destinata a scomparire?