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Intervista a Burla22: “Mi piace l’idea che le mie opere parlino”

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Abbiamo già parlato di Burla22 qua sulle pagine di Hano.it, ma in veste di producer. Infatti l’artista romagnolo ha realizzato insieme ad Alfre’D l’originalissimo album “Creatura e in quell’occasione ho scoperto che Burla22 è anche un bravissimo street artist.

Essendo io un appassionato non mi sono lasciato scappare l’occasione e, affascinato dai suoi lavori, ho deciso di conoscerlo e farvelo conoscere.

Ciao Burla, di dove sei e quando hai cominciato ad interessarti all’arte?

Ciao, sono nato in Romagna e cresciuto nel laboratorio del mio nonno artigiano/pittore e da che ho memoria ho sempre amato disegnare.

Da dove viene il nome Burla22?

Il nome Burla mi è stato affibiato in un periodo della vita perché ero solito fare scherzi ed è l’evoluzione della mia prima tag Urna/Urla/Burla

“Urna” by Burla22

Quando hai iniziato a dipingere quale ambiente hai trovato intorno a te?

Ho incominciato a fare writing intorno ai 14 anni, vivevo ai tempi in periferia/campagna e il mio stile è stato influenzato sia dalla scena di Pesaro che da quella Riminese. Però la vivevo più serenamente, con i miei tempi, con l’obiettivo di migliorare e senza la fotta del writing selvaggio.
Infatti, nella scena di writing mi sentivo molto spaesato, c’erano persone che se la tiravano e persone più alla mano, le ultime legate a situazioni meno agiate, esempio tutta la scena di writing di Miramare dove mi son trovato piu a mio agio.

Burla22 – 2015
Burla22 – 2016

Hai conosciuto altri artisti o persone che ti hanno aiutato a muoverti nel mondo del writing?

Enko all’inizio mi diede un pó di input sul costruire i lettering, poi continuai la mia strada con altri amici tipo Void e Ogre, fino a quando conobbi i ragazzi della RNF dai quali imparai a fare le murate in collaborazione e mi portarono in giro per le jam.

Hai sempre disegnato personaggi o anche tu, come altri street artist, hai vissuto la fase del “lettering”?

Ho iniziato proprio da quello perché mi hanno sempre affascinato quei lettering sperimentali o fuori dagli schemi e quelli che facevo erano “genetici“, in modo da poter utilizzare anche le skillz di disegno dei puppet e poi lettering scarabocchiati, come se fossero fatti da un bambino. Ad un certo punto, mi sono concentrato più sul perfezionare i puppet perché oltre che perfezionare uno stile mi venivano più comodi per raccontare storie ed emozioni per poter creare empatia e sensibilizzare le persone su temi che mi stanno a cuore.

2009
“Burla” 2010

Disegni usando varie tecniche, dal “classico” muro al disegno digitale alla tela… Qual’è quella che ti piace di più, che ti dà maggior soddisfazione?

Nella mia ricerca, mi son sempre focalizzato sulla linea come mezzo espressivo, un segno minimale, veloce e deciso che descrivesse in maniera essenziale i soggetti, ma ad un certo punto mi sono scontrato con un limite: ottenere delle linee colorate su foglio o tela mi costringeva ad utilizzare pennelli, pennarelli che non mi davano immediatezza nello studio e qui il digitale mi è venuto incontro, infatti posso usare colori super accesi e dare l’idea che le illustrazioni siano una sorta di acquerelli futuristici e risuonino visivamente come un album dei Melt Banana.

Spesso i tuoi disegni hanno un significato, quali sono i fattori che ti ispirano quando devi realizzare una tua opera?

Mi piace l’idea che le mie opere parlino e non siano mera estetica. È un gran combattimento interiore che faccio per trovare questo equilibrio, anche perché amo disegnare e perdermi nel disegno ed é facile perdersi in un esercizio virtuosistico e quindi cerco di raffigurare temi che riguardano il sociale, le ingiustizie o le persone emarginate. Noi tutti siamo circondati da cose bellissime ma nella vita seguiamo traguardi spesso legati al capitale e quindi cerco di fare in modo che il tutto emerga in una maniera molto delicata, trovando spunto tra le righe di un libro, un ricordo, un’emozione o da qualche figura che incontro per strada, creo un immagine nella mia mente e cerco di tradurla in immagine evocativa.

Sei reduce dalla mostra “Incroci”, nel chiederti di parlarci di questa esperienza volevo anche sapere quali caratteristiche deve avere secondo te un evento dedicato alla street art per funzionare bene.

Incroci è la seconda esperienza espositiva che ho avuto con il collettivo Segnali Urbani, siamo tutti writer di vecchia data che hanno allargato la loro produttività artistica anche al di fuori del “muro”. Per quanto riguarda la mostra incroci, nonostante le difficoltà dovute al fatto che era allestita all’interno di una vecchia rocca medievale, mi è sembrata positiva; ci ha dato la possibilita di capire come muoverci in ambienti non strutturati, oltretutto la risposta del pubblico è stata positiva anche perché, oltre alle opere, l’abbiamo condita di piccoli eventi che raccontano il mondo del writing dando la possibilità di una immersione più profonda per lo spettatore.
Se ti riferisci alle caratteristiche ch deve avere una mostra di street art ancora non mi son fatto un idea precisa mentre mi piace molto la genuinità e la presa bene della jam di writing.

2020

Facciamo un “excursus” musicale, abbiamo parlato anche qua su Hano dell’album che hai realizzato con Alfre’D. Parlaci di questo progetto, che ha una costruzione musicale del tutto fuori dagli schemi.

Ho sempre amato chi va fuori dagli schemi e ho cercato di fare lo stesso, sia nel dipingere che nella produzione sonora. Mi piace l’idea di trovare una mia forma di espressione distante dai generi “confezionati” e con Alfre D’ ci siamo trovati nel condividere certe emozioni e visioni del mondo a cui abbiamo dato forma in questo album. L’idea era di costruire un hip hop che sia nei ritmi che nelle forme non rispettasse regole e canoni estetici sonori tipici del genere. Una sorta di hip hop, indie, elettronico, sperimentale.

Andrea Bastia
Andrea Bastia
Appassionato di cultura hip hop da ormai troppi anni e writer fallito, dopo qualche esperienza in proprio sul web approda definitivamente su Hano. Si occupa della rubrica dedicata agli artisti emergenti e a quella sui Graffiti.

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