Ormai tutti sappiamo che è uscito il nuovo album di Marracash, dal titolo “E’ finita la pace”, che chiude la trilogia iniziata nel 2019 con “Persona”.
E’ uscito a sorpresa, una bella sorpresa sicuramente, visto che un album di Marracash per noi amanti del rap italiano è sempre un ottima notizia e infatti possiamo già parlare di un instant-classic. Ancora una volta Marra si è dimostrato di un altra categoria, livello di scrittura inarrivabile, testi che trattano temi che di sicuro non vengono affrontati nei dischi di Tony Effe o Anna Pepe (giusto per citarne due tra i più venduti del 2024).
E quindi quale sarebbero le cose che nessuno si è permesso di dire da quando è uscito questo album così acclamato da fans e critica? A me ne sono venute in mente un paio, e non perchè voglio screditare il lavoro di Marra (e ci mancherebbe) ma semplicemente perchè è una delle prime considerazioni che ho fatto dopo aver finito l’ascolto di “E’ finita la pace”. Ed è successo prima di leggere alcun commento sui social, prima di leggere qualsiasi recensione o parere di esperti e non.
La prima sensazione arrivato alla fine dell’ultima traccia è stata quella di aver ascoltato un album fin troppo negativo, una visione del tutto pessimistica della società in cui viviamo. E’ vero che probabilmente nessuno di noi pensa di vivere in un mondo idilliaco, ci sono tanti problemi, tante difficoltà da affrontare quotidianamente e la visione che ci racconta Marra è quanto di più vicino alla realtà ci si possa aspettare da qualsiasi altro album (rap e non). Però credo anche che la musica debba essere un mezzo, si per prendere coscienza del mondo in cui viviamo, ma anche per dare un messaggio di speranza. Credo che tutti noi dobbiamo pensare di trovare qualcosa di positivo in questa società e soprattutto nelle persone che frequentiamo, quelle che ci stanno vicino.
E pare proprio che Marra non trovi proprio niente di positivo nelle persone, arrivando anche a dire di pensare di “non essere della stessa specie“. Insomma, una sorta di semi Dio che schifa il resto del genere umano, a lui inferiore. Artisti come Marracash sono fortunati, grazie al loro talento sono in una posizione di privilegio, possono godere di tutti i beni materiali che desiderano e vivere nell’agiatezza (e non tiriamo fuori il discorso che i soldi non fanno la felicità).
Sai, nei brutti sogni che faccio mi preparo all’impatto
E non c’è nessun altro che è più triste di me
Ritornello di “E’ finita la pace”
Ma quindi se loro che sono così fortunati se la vivono così male, cosa dovremmo fare noi poveri cristi che ci alziamo alle 5 per andare a fare un turno in fabbrica? Ecco, dico semplicemente che mi sarebbe piaciuto sentire anche solo un pizzico di positività in più, un messaggio che alla fine del disco mi avrebbe fatto dire “Ok, grazie Marra, da oggi vedo un pò di luce in fondo al tunnel”.
Il sole splende indifferente
Come se il mondo non fosse orrendo
Soli
L’altra cosa, anche se meno accentuata rispetto a quella che ho appena finito di descrivere, è il fatto del canto. Negli ultimi anni Marracash ha incrementato sempre di più le parti cantate nei suoi album, e non solo nei ritornelli ma anche nelle strofe.
Personalmente amo Marracash quando rappa, come dicevo prima credo sia il migliore in assoluto in Italia, ma apprezzo un pò di meno le sue parti cantate. Ma proprio parlando in generale penso IL RAPPER debba tenere fede al proprio nome e rappare, punto. Il canto lasciamolo ai cantanti. Questo ovviamente è un punto di vista del tutto personale, ma è un altra delle cose che mi è rimasta impressa dopo aver ascoltato l’album, anche se è un opinione che mi porto dietro ormai da qualche album.
La scelta di Marracash per questo album è stata di non inserire nessun featuring visto la profonda impronta personale presente in praticamente tutte le tracce, però avrei visto bene la presenza di uno/due cantanti. Sarebbe stato un valore aggiunto dal punto di vista vocale (senza nulla togliere alla voce di Marracash) che avrebbe lasciato intatto il messaggio contenuto nei testi.