Hellmuzik é una delle quattro crew che il 10 giugno prossimo si sfideranno durante il Red Bull CultureClash in programma a Milano.
Il team Hellmuzik sarà capitanato da Dj Slait, Hell Raton, Low Kidd, Salmo & Kwality. Tutti questi artisti metteranno a disposizione il loro know how: dal rap di impatto di Salmo che ha dato l’impronta allo stile della sua Machete crew, passando per i bassi distorti della trap di 333 Mob, che imperversano tra le ultime generazioni, fino alla drum’n’bass e bass music di Hellmuzik che sarà il ritmo principale della squadra. Un vero e proprio mix di ritmi e suoni supportato anche dai talenti di vari special guest. Hellmuzik si impegna a portare a Milano un sound contemporaneo, inedito a costo di andare a prenderlo oltreoceano.
Hellmuzik è, prima di un team per il Clash, un vivaio di artisti supportato da una struttura professionale e con un team che, per lo più, già gravita attorno al mondo Machete, che ha come intento quello di dare visibilità anche alle realtà underground, un’etichetta discografica, ma amche un sito che intende promuovere cultura musicale.
Ho fatto due chiacchiere con Hell Raton, fondatore della label Hellmuzik e componente della crew Hellmuzik per sapere cosa porteranno sul palco del Culture Clash.
“Noi ci presenteremo con un sound completamente diverso da quello che è sempre stato Machete, la nostra etichetta è un etichetta sì crossover che è stata influenzata dalla drum’n’bass, dal metal, dal punk, ma è un sound rap, noi ci stiamo presentando con un altro sound, appunto Hellmuzik. Abbiamo già visto l’edizione passata del Culture Clash, io l’ho vista da spettatore”.
Che effetto ti farà quest’anno stare sul palco? Dev’essere un’emozione particolare partecipare al Culture Clash
“In realtà già l’emozione è stata la prima chiamata che ho ricevuto per fare la squadra perché la volta precedente mi sono mangiato le mani per non essere stato in quella situazione. Adesso che ci hanno dato questa carta, siamo molto concentrati su quello che dobbiamo fare, per farlo bene e penso che sarà un evento unico in tutti i suoi aspetti, non è una battle di freestyle, la gente si aspetta di vedere il rapper, in ogni gruppo il rapper deve avere una figura rilevante da mc. Il Clash è un combattimento di impianti sonori, di sound e di quello che porti e noi stiamo lavorando bene sullo show sperando di riuscire a fare una cosa ad hoc proprio per il Clash”.
Cosa porterete voi come crew sul palco?
“Non porteremo niente di diverso dalla formazione che ti ho detto, quelli siamo noi, siamo quelli che stiamo dietro a tutti i progetti sia Machete, che 333Mob, quindi noi porteremo uno show di tante crew messe in una. Per quanto riguarda la presenza sul palco, puntiamo a fare una cosa pulita”.
Quale pensi sia il vostro punto di forza rispetto alle altre crew?
“Il punto di forza è sicuramente la squadra, che è sempre stato il punto di forza per noi in tutto a prescindere da Clash”.
Quale crew temete di più?
“Secondo me non è da sottovalutare nessuna crew, anzi, quest’anno credo che le crew siano veramente bilanciate, hanno fatto una scelta artistica molto equilibrata. L’anno scorso Macro Marco ha vinto grazie alla sua arma segreta del know-how, del sapere come relazionarsi in un Clash, come rapportarsi con il pubblico, quello che voleva sentire e i pezzi che dovevano essere mandati al momento giusto. La performance live nel regolamento ha un valore aggiuntivo al quarto round, quindi i rapper possono sfoggiare le proprie armi live in quel round se vogliono tenersi delle chicche. Mi potrebbe sorprendere il sound dei Milano Palmbeat che non ha esponenti del rap ben piazzati come magari Salmo, Noyz, Clementino, hanno Mudimbi che adesso sta uscendo con un album fortissimo e del quale noi siamo super fan, però magari loro prendono e spiazzano tutto perchè sono un sound che non ha niente da perdere, vanno lì con il senso di divertirsi e di portare uno show. Molto spesso non è il front man, ma a volte chi sta dietro le quinte coordinare completamente tutto. Quest’anno Macro Marco porta dei pilastri tipo Moddi e Ensi che sono degli mc veramente fenomenali e togliere quelle dritte da mc piuttosto che da rapper magari può essere quella carta in più che ti permette di vincere”.
Una delle prove è cimentarvi nello stile degli altri, come la vivrete? Credo non sia semplice fare lo stile di un altro..
“No non è semplice anche perchè alcune squadre sono nate lì, sono ex novo, nel senso che, sì abbiamo collaborato un po’ tutti, sappiamo quelle che sono le origini, ma non sappiamo quello che possono toglierti durante la serata. Sappiamo che Macro Marco ha le origini dancehall e raggae, idem con un’altra sfumatura, è quella di Milano Palmbeat che è più elettro pop Africa, però noi non essendo dj di quel genere musicale o comunque non avendo una formazione o un background di quella musica, magari può essere un round inaspettatato. Secondo me sarà il round dove ci divertiremo di più tutti quanti perchè è proprio il tentare di fare qualcosa che non è tuo e a volte magari uno dà il meglio di sè come può dare il peggio. Sarà un’arma a doppio taglio”.
Qual è secondo te la prova più difficile?
“Sicuramente quella di cimentarsi nello stile degli altri, ma credo siano tutte difficili perché da un momento all’altro ti si può girare contro il round, il tutto funziona se hai azzeccato il pezzo da mandare in quel momento e capisci il pubblico”.
Chi vincerà?
“La squadra che meno te l’aspetti vince. C’è un equilibrio veramente grosso quest’anno sul palco e non è da sottovalutare. A me piacerebbe che i Clash internazionali abbiano un’occhio di riguardo su quello italiano e che magari un giorno uno di questi quattro sound possa arrivare a competere a livello internazionale”.