Prima di scrivere di “Tropico del Capricorno“, l’ultimo album di Guè, ho preferito aspettare di ascoltarlo bene, per non fare l’errore di tanti magazine che per la fretta di arrivare per primi, fanno recensioni a poche ore dall’uscita di un album.
Il commento più gettonato che ho letto era “dopo 6 album azzeccati, ci sta un calo…“.
Ecco, io non penso che Tropico del Capricorno rappresenti un calo per la produzione di Guè, è semplicemente un lavoro diverso. Ovviamente chi si aspettava un Madreperla 2.0 è rimasto deluso, quell’album rimane un episodio a sè stante, una perla unica.
Anche chi si aspettava il Guè dei Club Dogo è rimasto deluso, ma negli anni abbiamo imparato a capire che Guè è sempre stato bravissimo a distinguere le due carriere, creando un percorso solista del tutto personale e che rispecchia il suo stile in tutto e per tutto.
Era prevedibile che Guè non avrebbe presentato una fotocopia di uno dei suoi album precedenti in quanto ha sempre voluto fare un ulteriore passo in più rispetto ai colleghi (che sia un passo avanti o un passo indietro sta all’ascoltatore deciderlo) e sicuramente non ha dormito sugli allori.
Anche “Tropico del Capricorno” rappresenta quindi un ulteriore tassello della carriera di Guè, un album in cui ha voluto mostrare un lato di sè che negli ultimi album forse era rimasto un pò nascosto. Quello un pò più “commerciale” per usare un termine un pò desueto, il lato da hitmaker messo in mostra soprattutto in “Mamma mia“, il pezzo con Rose Villain che stiamo sentendo in radio e che non può far altro che funzionare bene. Oltre a questo un paio di altri episodi clamorosi, una fra tutte “Meravigliosa“, il pezzo in cui collabora con gli Stadio e riprende un loro vecchio successo.
Se devo dare un giudizio personale non lo giudico il miglior album di Guè, ma di sicuro non siamo di fronte ad un flop. Non posso dire di essere rimasto deluso, anzi la sensazione è piacevole nel constatare che anche quando Guè prova a fare qualcosa di diverso gli viene comunque bene. Probabilmente spaccherebbe anche facendo un disco di musica country a questo punto.