Se siete fan del Gansta-rap e se, secondo voi, una canzone senza “minchia zio le buste, le paste, ti spacco” non è real Hip Hop, allora, forse, questo non è l’articolo che fa per voi. Se invece siete amanti della musica rap, di qualsiasi genere, che vi piacciano le trappate, l’old school o Bello Figo Gu, allora andate avanti a leggere, perché, spero, non ve ne pentirete.
I Two Fingerz sono in attività da quasi 15 anni ormai, e tra alti e bassi, c’è da dire che non ne hanno mai sbagliata una, ma sicuramente il loro nuovo disco “La tecnica Bukowski” è uno dei loro lavori meglio riusciti.
Lunedì 1 giugno uscirà negli store e on line questo nuovo grande piccolo capolavoro, di un duo che ci ha sempre abituati bene e che è sempre rimasto con i piedi ben piantati a terra ma la testa tra le nuvole.
Il cd lo potrete trovare in due versioni: quella classica, 13 tracce, e quella deluxe con in aggiunta il Mixtape già uscito in free download Dansky.
Ma cos’hanno in comune Bansky/Dansky e Bukowsky? Sono due realtà di strada molto simili, il primo ha fatto successo solo con la sua arte, senza puntare sull’apparenza, il secondo sottolineava quanto la nostro società si basi sull’apparire, più che sull’essere; entrambi temi ricorrenti per tutto l’album da Lolita ad Angeli.
Come solito dei Two Fingerz, l’album presenta molte collaborazioni: oltre al solito Dargen, a J-Ax, Shade, Vacca e Madman risaltano quelle con Ilaria, Valentina ed il celebratissimo Lorenzo Fragola, tutti e tre usciti dal talent X–Factor; ma non fatevi ingannare, non sono tre semplici teen idol, ma tre promesse della musica italiana che sanno dar voce alle produzioni di Roofio.
A proposito di produzioni; preparatevi ad essere sorpresi, perché questa volta il duo milanese abbandona la “Mouse music” per tornare alle origini, con basi molto più classiche che ricordano le sonorità di “Figli del Caos” e “Il disco Finto”.
Unica eccezione: Fino all’alba che contiene un campionamento di Jovanotti e una delle sue citazioni più riuscite “Li prendo e me li porto dietro fino al sole”; un tributo ad un grande artista come era successo con Vasco con la cover Ridere di me in “Two Fingerz V“.
Tra i pezzi, sicuramente Crash Test merita una menzione particolare: la traccia con la collaborazione con Ilaria è una splendida favola come Burattino o 1+1 Fa 3; una storia d’amore tra un manichino da Crash Test e la ragazza che lo fa schiantare.
Il primo singolo estratto è la title track, che potete già trovare su Youtube con il video: quando la poesia non paga, meglio usarla per poter rimorchiare; ma se guarderete il video attentamente, capirete che tutte le belle ragazze presenti non sono altro che le poesie inespresse.
La tecnica Bukowski è un disco crudo, che unisce poesia e sporco (anche se per loro stessa ammissione, non si sentono molto poeti); in un mondo in cui un like vale più di un mazzo di fiori e i social network la fanno da padroni, è meglio parlare come il sovra citato scrittore statunitense.
Two Fingerz baby, musica libera.
Giacomo Frigerio (twitter @gj_jack)